Pensioni dipendenti pubblici: novità in arrivo con la manovra 2025 e aumento stipendi con l'IVC
La manovra di bilancio 2025 introduce un'importante novità per i dipendenti pubblici in materia di previdenza complementare. La nuova misura, inserita all'articolo 28, consente ai dipendenti pubblici di andare in pensione al raggiungimento dell'età pensionabile, calcolando anche la rendita pensionistica teorica del fondo pensione per raggiungere l'importo soglia.
Cos'è l'importo soglia per la pensione?
L'importo soglia per l'accesso alla pensione di vecchiaia corrisponde all'importo dell'assegno sociale, che per il 2024 ammonta a 534,41 euro mensili. Questo importo rappresenta la soglia minima per poter accedere alla pensione. Se il dipendente, giunto all'età pensionabile (attualmente 67 anni), non ha maturato un importo pensionistico pari o superiore a questa soglia, potrà utilizzare la rendita teorica accumulata nei fondi pensione complementari.
Chi è interessato dalla novità?
Questa misura riguarda esclusivamente i dipendenti pubblici assunti dopo il 31 dicembre 1995. Sono loro, infatti, i potenziali beneficiari della possibilità di computare la rendita complementare per raggiungere l'importo soglia della pensione.
Esempio Pratico: La Storia di Osvaldo
Immaginiamo Osvaldo, un dipendente pubblico di 67 anni con un montante contributivo di 100.000 euro. Nonostante i contributi versati, l'importo mensile della sua pensione risulta essere 440,23 euro, inferiore all'assegno sociale. Tuttavia, Osvaldo ha aderito ad un fondo di previdenza complementare (ad esempio, il Fondo Espero o il Fondo Perseo-Sirio), dove ha conferito il suo TFR.
In questa situazione, Osvaldo può richiedere un'attestazione della rendita pensionistica teorica maturata con la previdenza complementare, che risulta essere di 110,06 euro mensili. La somma della pensione base e della rendita complementare permette a Osvaldo di superare la soglia minima e accedere alla pensione di vecchiaia.
Vantaggi e Considerazioni
Questo meccanismo consente ai dipendenti pubblici di integrare la propria pensione, ma comporta una scelta: chi decide di utilizzare la rendita pensionistica complementare rinuncia alla restituzione dei contributi versati al fondo, incluso il TFR. È una decisione personale che dipende dalle necessità e dalle valutazioni di ogni individuo.
Conclusione
La novità introdotta dalla Manovra di Bilancio 2025 rappresenta un passo significativo per agevolare l'accesso alla pensione dei dipendenti pubblici assunti dopo il 1995, soprattutto per coloro che hanno accumulato contributi insufficienti per raggiungere la soglia minima. La possibilità di integrare la pensione con i fondi complementari offre maggiore flessibilità e una tutela economica a chi, come Osvaldo, ha aderito a forme di previdenza integrativa.
Altre novità per i dipendenti pubblici:
- Stipendi: è in discussione la possibilità di raddoppiare l'indennità di vacanza contrattuale (IVC) erogata a dicembre 2023. La proposta dei sindacati è di non assorbire l'IVC negli aumenti stipendiali previsti dal rinnovo del contratto, ma di sommarla ad essi.
- Stipendi NoiPA di novembre 2024: in fase di completamento, includeranno la decontribuzione ("Bonus Meloni") per chi ne ha diritto e il recupero delle posizioni economiche degli ATA neoassunti.
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